Chi legge Zami, al di là del piacere di ascoltare la voce chiara, precisa, autorevole e spesso poetica di Audre Lorde nella bella traduzione di Grazia Dicanio, si trova interpellata direttamente e coinvolta negli “affari del mondo”, specie se ha letto anche i suoi saggi politici e i diari ora finalmente in traduzione (NdR Sorella Outsider, traduzione di Margherita Giacobino e Marta Gianello Guida), e forse si meraviglia che i suoi scritti così attuali arrivino con tanto ritardo, e si chiede quale uso ne faremo. Ci porteranno certamente a riflettere sul nostro razzismo; sui tentativi di decolonizzazione in una società dove il colonialismo è tuttora pervasivo mentre l’immigrazione cambia società e vita in modi tangibili ancora da valutare; sulla necessità di rispettare e accogliere le differenze, di tener conto del trattino che le unisce così come unisce il tramite pubblico- privato. Ma ci porteranno anche a riflettere sulla composizione e la politica del femminismo e del lesbismo contemporanei.
• Liana Borghi
Estratto dall’introduzione a Zami. Così riscrivo il mio nome